Vietri sul
Mare è il primo comune della Costiera Amalfitana che si incontra
proveniendo da Salerno, da cui dista soli tre chilometri. Nell'antichità
Vietri fu città etrusca, subì poi la dominazione dei Sanniti e
infine dei Romani. Vietri è famosa soprattutto per il suo artigianato
della ceramica, che è sempre stato molto fiorente. Le notizie
storiche dei maiolicari e delle loro fornaci dislocate a Vietri
sono numerose: la documentazione scritta più antica risale al
sec. XV, quando Vietri è uno dei centri di una più vasta realtà
produttiva che toccava Cava, Nocera e Salerno. I principali reperti
di questo periodo sono stati infatti ritrovati nella Badia della
vicina Cava dei Tirreni.
Col passare del tempo, nei secoli XVI-XVII, si assiste ad una
evoluzione della struttura produttiva vietrese in chiave quasi
industriale: le alte fornaci a tre piani, affidate alla protezione
di Sant'Antonio, sfornavano migliaia di piatti, di giare, di boccali.
I motivi decorativi tradizionali si rifanno ad uno stile arcaico,
al di fuori del tempo e dello spazio, perfezionato nel particolare
decorativo. I colori ripresi dalla tavolozza vietrese sono quelli
delle marine mediterranee: i fondali azzurri e il cielo che si
fonde con il mare. Verso Napoli, capitale del Regno meridionale
e sede dei principali committenti, si indirizzava gran parte della
esportazione. Negli anni Venti del Novecento inizia una nuova
fase originale della ceramica vietrese: all'opera degli artigiani
locali si mescolano il lavoro e l'esperienza di un gruppo di stranieri,
per lo più tedeschi. Richard Doelker, Irene Kowaliska, Elle Schwarz
ed altri ancora, si stabiliscono a Vietri e aprono un proprio
laboratorio. Il riferimento culturale che si può dare a queste
esperienze è quello della grande stagione espressionista che però,
migrando al sud, perde la sua carica drammatica e si fonde con
la tradizione locale.